mercoledì 31 dicembre 2008

CHE BESTIA DI NATALE!!!


Eccoci qua, con l'alito che sa di spumante, la pancia piena, ed i gomiti sul tavolo: mentre intorno a noi impazzano le lampadine colorate, e l'odore di panettone e canditi, dilaga nelle narici, le carte scivolano sul tavolo bruno e liscio.
Non è spiegabile l'atmosfera di una bisca natalizia, non è misurabile la goduria che si rinnova anno dopo anno, ne è possibile descrivere il microcosmo, che si instaura su quel tavolo da gioco, un intimità unica e propria del Natale.

Mentre un banco di nebbia nicotinica ci affoga, noi nn ne abbiamo abbastanza: leggendario il tiro di siga nervoso del pre-stiraggio, e quello lungo e profondo del post-stiraggio, per trovare nel tabacco la risposta al vizioso dilemma.
Piacevole tensione, mentre ci si scruta, zigzgando tra le colonne di fumo, cercando negli occhi avversari, un espressione di delusione, ottimo motivo per buttarsi a pesce sul piatto.
Che gioco la BESTIA!!! Quando guardi sconsolato le tue 2 fiches sotto i gomiti, e volgi lo sguardo a quel ben di Dio al centro del tavolo che ti tenta come un canto di sirena e tu, povero illuso, che con il tuo vano "nove secco", cedi a quella tagliente seduzione, e perdi anche i pochi risparmi rimasti.
O viveversa, quando la dea bendata siede sulle tue coscie, e ti bacia seducente, facendo materializzare oro tra le tue dita, ti senti troppo sfacciato a volte, quando vai consapevole di pagare la tua ingordigia con la bestia, e ne esci vincitore, con un altra torretta di fiches nelle tue casse.
Che gioco la BESTIA!! Quando l'ultima cosa che ti interessa è perdere o vincere, ma solo stare in compagnia di persone, che probabilmente vedrai solo in quell'occasione tutte insieme, e dare ad ognuno di loro un'etichetta da giocatori di bestia: il passettaro, quello che nn sa jocà, il suicida, il ladro, ecc...
Che bello passare nottate intere su di una sedia, per poi alzarsi dopo ore, con la sensazione di aver corso per km e scalato enormi pareti, solo per colpa dei vari alcolici ingurgitati, per tensione nervosa....

Cosi, tra bische, cazzate e confessioni di lunghe nottate, se n'è andato anche questo Natale, e con lui le fatiche di questo ultimo anno.

Tanti auguri a tutti dal sottoscritto, tanti auguri a chi ha scelto di farsi una vita come la vuole, e non come dice la società, tanti auguri a chi ha scelto facebook per conoscere e parlare, invece degli occhi e della parola, tanti auguri a chi è ufficialmente diventato membro del club "USCIREPERAPPARIRE", auguri ai soliti vecchi e inesauribili, che mi affiancano ogni anno di questi periodi, e altrettanti auguri a chi, criticato, isolato, frustrato e rabbioso, si ostina a farsi odiare di più e auguroni a tutti i suoi seguaci.

Auguri allo stupido alternativo, che guarda il tutto dalla sua brandina isolata....

venerdì 19 dicembre 2008

LEONI FERITI


Sapevamo sarebbe stata una battaglia in terra nemica, sapevamo che il percorso verso la vittoria sarebbe stato duro e minato, ogni passo, ogni respiro fatto nel giorno di oggi, esisteva solo per quella sera, ogni pensiero nasceva dall'ambiente, e moriva su quella sera: ed ora, su quel campo freddo, saremmo nati e morti in una sola ora: PALLA AL CENTRO.


Mario Mazza, VOTO 6,5: un altra dimostrazione che il classico non tradisce mai, torna sul suo trono, e si allaccia le cinture, concentrato.
Si muove bene tra i tanto amati legni, rilancia bene e sbraita contro i suoi, rabbioso e fiero, ma si fa sorprendere, azzardando un uscita sull'avversario defilatissimo.
Un errore ci può stare, il vecchio padrone di porta è tornato a casa, e tutti già sono più tranquilli.
TORNA A CASA LESSI

Americo Attili, VOTO 5: sicuramente il titolo da ing, acquisito nei giorni passati, lo ha scosso e forse stancato, probabilmente la vita di coppia si fa sentire, ma stasera, nelle sue scarpette c'era una statica e lenta figura, che si dondolava sull fascia, con sterili attacchi e sufficienti recuperi.
Non malaccio la sua partita, ma l'ingenier Attili, ce lo ricordiamo un osso più duro.
SPETTATORE NON PAGANTE.


Nicola Torquati, VOTO 7: è una bomba ad orologeria, impugna il laser, e polverizza ogni caviglia si aggiri dalle sue parti sradicando palloni, come radici dal cemento; il tendine dolorante pulsa, cosi come la sua adrenalina nelle vene, mentre realizza la frustata dal dischetto, e si volta con un espressione tipo "Urlo di munch".
Mesto e umile, adagia il deretano in panca, con un sorriso da professionista....
DOGANAIO

Simone Di Viercio, VOTO 6: il boom della scorsa settimana, lo ha svuotato come un sacco, scaricando le sue duracell, e costringendolo ad un gioco a sprazzi.
Fa il suo come sempre, ma non si dona del tutto ai suoi, facendo scorrere un gioco semplice e senza troppe pretese.
SOTTOTONO


Agostino Stamp, VOTO 6: la gioventù da i suoi frutti, e la squadra ne raccoglie i suoi frutti.
Gioca poco, ma svolge le sue mansioni, uscendo rabbioso e motivato.
SEME PREZIOSO



Simone Traini, voto 6,5: come sempre, il suo ingresso sconvolge tutto, le difese sorprese e sfondate, ma anche la sua squadra, che con le sue sgaloppate, è ferita nel fianco.
Un bell'acquisto, da ritoccare, ma confermato.
ALLODOLA DA PICCHIATA

Cristhian Simone, S.V.: il suo colore pallido, e le sue borse profonde, lo accostano più a johnny Depp in "Edward mani di forbice", nn è capace di affondare la fascia, tanto meno, di calciare il pallone: un'anima persa, tra le nebbie anconetane.
LUSSURIOSO




Denny paolini, VOTO 6,5: lavora con i gomiti e con i fianchi, trova lo spiraglio giusto, aspettando la pennellata svelatrice del Pierga: è padrone degli spazzi, ma girandosi bene, mandando l'avversario per le campagne, manca l'aggancio con un tocco sporco della scarpa, con le lacrime tra i denti.
Procura da veterano, un rigore dalle mille geometrie, quindi un goal prezioso come seta.
UTILE

Giovanni Butterin, VOTO 7: fa ancora centro, con una rete che strozza gli avversari, che cadono come fichi secchi, mentre avanza e calpesta.
Non gioca moltissimo, ma quanto serve, per dare un passo pesante ma efficace alla squadra.
MONTONE

Harold Felipe Quiceno, VOTO 4: una scure al collo la sua prestazione. La sua entrata porta ad un gioco più duro, spesso efficace ed utile, ma che volge in contrasti violenti e sgambetti traditori.
Giunge al patibolo, quando nel secondo, molesta l'avversario, buttandosi a terra, in un tuffo da controfigura, spremendo la riserva della pazienza dei suoi, che rabbiosi scuotono la testa.
RECIDIVO

Alessio Piergallini, VOTO 7: inizio affidabile come sempre, tiene alta la squadra da profondità e incisività ad essa. Non perde mai il controllo dei nervi neanche quando il suo compagno Quiceno perde la testa e compromette la partita. Segna 3 gol fondametali per l'economia della squadra ma non bastano.
BOMBER (NICOLA TORQUATI)


Alessio Piergallini(il polemico), VOTO 7,5 : L'aveva detto "oh De...! Oggi segno!". Subito, istantanea la risposta con un gol all'avvio, tiene bene i gomiti all'altezza delle giugulari dei difensori tenendoli a freno. Quando entra il Paolini è il delirio.....servendogli un paio di palloni d'oro. Continua la goleada con altri due gol. Nel secondo i suoi polmoni ricchi di catrame si fanno sentire e si rende complice del pareggio avversario.
QUASI PERFETTO (DENNY PAOLINI).

Tutto rimandato a Gennaio....

mercoledì 26 novembre 2008

DESERTO


Sapete, io non ho mai visto un deserto, non ho mai camminato sulle sue coperte roventi e focose di giorno, e oscure e gelide di notte.
Scrutare il suo orizzonte, respirare i suoi aliti, ed ansimare innanzi alla sua maestosità, piatta e luminosa, un abbraccio di desolazione ed un grido straziante di silenzio, interrotto solo dal fischio del vento, cocchiere esperto, ed architetto instancabile di queste terre.
Cosi lo immagino, un'emozione forte, l'eco nell'anima, un sospiro infinito di libertà, grande quasi quanto la solitudine, che dimora tra queste sabbie.

Di tanto in tanto, ognuno di noi vaga per i propri deserti interiori, dove il vento è violento, la sabbia un turbine ed il sole più lontano che mai.
Quante volte ci sentiamo soli, non capiti, stanchi di vestire i panni della diplomazia, di camminare a braccetto con la tolleranza e di distribuire falsi ammiccamenti.

Quante volte le nostre braccia cedono, nel tirare le redini della pazienza, quando sai che la cosa migliore sarebbe filare dritto per la tua strada: nell'ufficio la sera prima di tornare a casa, nel tepore delle coperte o dopo un pomeriggio di studio solitario lungo i marciapiedi lucenti e malinconici, lui è sempre li, pronto ad asciugarti dentro, ad accecarti col le sue sabbie dorate, e mentre l'inverno abbraccia la sera, ti domandi quand'è che sono cambiate le cose, come si è arrivati a non sentire una voce amica per oltre 3 settimane, come è facile imbarcarsi e lasciare tutto a terra, quando a terra ti accorgi di avere davvero poco.
Quando il cammino era troppo duro, e le dune troppo aspre, le tue colonne, i tatuaggi indelebili della tua giovinezza, i tuoi amici più cari, erano li, a tirarti su la testa.
Giorno per giorno, passano velocissime facce e sorrisi, si sfiorano conoscenze e, più raramente, si coltivano amicizie, passano le donne (e quelle lasciano il segno), e cosi i libri, i le ore di studio e di svago; ma li, su quel tappeto di sabbia, nel suo silenzio assordante, torna a bruciare la pelle, nel ricordo o forse nell'abbaglio, di chi è stato sempre per te un bastone, ed ora non è altro che vento.

Ok, sarò un malato, imparanoiato o quello che volete, ma tutti e dico tutti, abbiamo dei momenti in cui la ragione, lascia il posto all'istinto, dei momenti in cui il cervello non è razionalità ma anima, e ci rendiamo conto, che le persone vere, quelle che contano, sono poche, e a volte rischiamo di perderle.

Se mi giro, nella desolazione del mio deserto, vedo solo fantasmi di sabbia e lontane figure, che piano piano mi stanno mollando, intimoriti dalle intemperie del mio io.

Io, la sabbia, ed il vento: ma arriverò lo stesso, e lo farò da solo.

sabato 8 novembre 2008

martedì 28 ottobre 2008

ROBA MIA


Sapete, questo blog è nato per caso, è spuntato come un fungo nell'enorme distesa confusionaria di questa rete che è internet: una fonte inesauribile di informazioni, un abisso oscuro e sconosciuto, colonizzato da una cultura totale, da quella più oscena e idiota, a quella più eccelza e assolutamente intellettuale.
La mia passione di scrivere, il mio bisogno di battere sui tasti, lo strofinarmi gli occhi, o fissare il muro, alla ricerca di quel pensiero, nn sono e non devono essere ripagati da nessuno.
Queste righe sono una liberazione per me, come il primo respiro fuori dall'ufficio, arrivato il venerdi sera, sono la forza esplosiva che ti pulsa nelle vene, dopo una promozione, sono il Mario Egidi con le cuffie alle orecchie, o il Cristiano Palesini con il pallone tra i piedi, queste righe sono la sigaretta dopo il caffè o l'acqua dopo il solleone;
Questo blog nn è una parentesi comica, un teatrino per compiacere i naufraghi di internet, ne un work-shop del gossip, è ciò che è dentro la mia testa, giusto, sbagliato, comico, ridicolo, ma c'è, e mi piace mischiarlo con altri pensieri e riflessioni, mi piace indugiare su ciò che scrivete e catapultarmi nei miei ricordi, giocare con il mio futuro e massacrarmi il cervello su uno stupido blog,piuttosto che davanti ad una televisione.
Sinceramente non mi interessa chi condivide il mio strambo modo di pensare, che partorisce commenti (vedi l'ultimo), che farebbero ridere anche un bambino che ha appena scoperto l'inchiostro,nn mi interessa chi mi onorerà della sua presenza, ma sono sicuro che tra i tanti naufraghi di questo universo informatico, c'è chi rispetta lo spazio altrui, senza nascondersi dietro i satelliti dell'anonimato.
Proprio per questi energumeni misteriosi e nullafacenti, invito a solcare altre onde, lasciandomi libero, almeno in ciò che mi appartiene, libero di scivere NEL MIO SPAZIO, libero di screllare nel mio blog, insomma, libero....

sabato 11 ottobre 2008

PAPALE PAPALE


Forse mi davate per morto, forse per disperso, disteso in qualche vicolo anconetano, alla luce di un lampione, sotto effetto dei miei pensieri contorti, o forse mi davate per fidanzato, estasiato tra le braccia di qlc dolce e seducente diciottenne, con le converse viola e la felpa "Fornarina", o magari scappato lontano, in cerca del mio completamento, alla rincorsa del deterrente, della pozione, del siero contro la mia eterna incompletezza, ma invece sono ancora qua, a scrivere su questa pagina nera, che racconta di vita, cazzate e pensieri.

Proprio l'altra sera, mentre la musica librava leggera, e l'unica lampadina sopravvissuta nella mia camera, tirava gli ultimi sospiri, tra fogli ingialliti, vecchie multe e appunti inutili, ha fatto capolino una foto: il cielo era azzurro, come la mia età su quella foto, sullo sfondo c'era un campo di terra, e di seguito una chiesa.
C'era un bimbo nella foto, con un grande sorriso e degli altrettanto grandi occhiali, che se ne stavano appesi sulla punta del naso, pronti a saltare;
sopra una fronte spaziosa, si affacciava curioso un ciuffo riccio, più vicino ad un ammasso di lana che a capelli, sembrava un cartone animato quel bimbo, con la sua maglietta colorata, i suoi calzoncini corti e scoloriti dai divertimenti e quelle scarpe, bianche, anonime, senza importanza, solo un "copri piedi" per calciare il pallone.
Quel bimbo ero io.
Le mie giornate inizavano quando il campanello suonava: schizzavo in piedi come elettrizzato, prendevo i calzini oserei dire asfisianti che mettevo da una settimana, la prima maglia che mi capitava tra i binari, e le scarpe le infilavo saltellando, mentre gli occhi ancora erano chiusi.
Aprivo la porta e si spalancava innanzi a me la devastante spensieratezza, gioia e frenesia della mia età, ogni cosa mi sembrava in armonia con quel giorno, dalla mia bici appoggiata al muro, al muretto sporco dalle pallonate, alla polvere del campetto ed il suo odore di terra ed erba che nn scorderò mai.
Non c'erano orari, se non quelli dei miei, non c'era giorno e notte, se non per la luce ed il buio, non esistevano regole, se non quelle dei grandi, ma c'eravamo io e la mia innocenza.

Poi ad un tratto le cose si sono offuscate, la mia contea si è estesa oltre San Pio, l'orologio si è fatto avanti e con lui le regole, ho scoperto la frustrazione, la vergogna e la timidezza, ho conosciuto il rimanere senza parole, la gola secca e l'ansia, ho scoperto LE DONNE.

Mio Dio le donne, che terribili amabili boccioli in un sinistro giardino di ortiche, che fasci di luce bianca, tra le grigie nuvole di un cielo di Novembre, non solo decidono la fine della nostra celestiale infanzia, ma fischiano anche il termine della nostra età più bella, quando i tuoi pilastri, le tue colonne, sono gli amici, le pippe e le birre,;
noi, poveri illusi di essere il sesso forte, che ci crogioliamo e ci vendiamo come i duri, quelli che rimangono intrappolati nelle loro tele di lenzuola e carezze, avvelenati dal loro dolce siero di piacere, schiavi delle loro labbra e padroni solo di un inutile violenza, scaviamo le nostre fosse e ci seppelliamo da soli, ma con il sorriso sulle labbra.

Dove sono tutti ora? Dov è quel gruppo di sgallettati dalle scarpe slacciate e le fronti gocciolanti di sudore? Ora, se mi stacco da questa foto, e torno alla luce della mia lampadina, li vedo tutti, uguali ad allora, ma con venti cm in più, e magari con una folta barba, ma sono sempre loro, sui loro passi e nelle loro smorfie, nelle esclamazioni e nei sorrisi, e mentre stringono le mani delle loro dee, delle loro mue ispiratrici e mappe verso il futuro, non c'è posto per nessun'altro, neanche per amico....
La cosa più cruda e vera, e che probabilmente l'incantesimo scenderà anche su di me, e probabilmente sarò felice di sacrificare quella che è l'amicizia oggi, per l'amore domani.

Ma quanto sono romantico????

martedì 19 agosto 2008

LAPEDONA HERE WE COME (oggi sposi)


"L'amore si può medicare, comprare, regalare, si può trovarlo per caso sulla strada, ma non si può estorcere...", questo scriveva Hermanne Hesse, in Siddharta.

Questo scritto, mi è balenato in mente, seccandomi la bocca, mentre stringevo la cravatta all'entrata della chiesa, mentre sinuose figure femminili, nei loro vestiti di sfoglia, mi sfilavano accanto, le cravatte si stendevano prepotenti sotto giovani visi un imbarazzati....
Vedere i miei compagni di merende, sempre in tenuta bermuda ed infradito, ed ora tramutati in lord inglesi proprio mi scombussolava;
mentre nella mia testa, divampavano gli incendi, suonavano sirene, ululavano i clacson e fischiavano le gomme, nel trambusto della confusione interiore, è bastato un passo oltre quel ramo per scorgere il dolce sposino, e tutto è tornato quieto.
Ora che l'avevo di fronte, mi sentivo più calmo; tutta l'attesa per questo matrimonio, aveva scaturito una paura mistica, una sorta di cerimonia oscura: dové'è Diego? Dove l'avete rinchiuso? Dopo i vostri giochetti, sarà ancora lo stesso che segnerà da fuori area o offenderà pesantemente arbitri su arbitri? Sarà sempre quello che ti cingerà le spalle quando avrai i tuoi momenti di sconforto?
Questi sono stati i pensieri da celebro leso che mi hanno violentato mentre sfilavo nel mio completo bianco, ma poi abbracciarlo, sentire i suoi muscoli tesi come corde di violino, e vedere i suoi occhi stanchi ma di una felicità folle, mi ha fatto tornare con i piedi per terra, anche se ancora barcollante.

In chiesa si respirava una strana atmosfera: un miscuglio di commozione, frenesia, affetto e gioia, vagava per i banconi, strisciava sui volti e li segnava con espressioni fisse e concentrate, maschere a tratti sorridenti a tratti serie, tutto era fermo, eppure tutto si scuoteva....
Poi, ad un tratto, i bisbigli si sono soffocati, le scarpe hanno smesso di tacchettare, e la chiesetta si è fatta più luminosa: anche il fruscio dei rami si è affievolito, stendendo tutto il silenzio di un dolce pomeriggio estivo, come tappeto rosso all'entrata della sposa: sembra un luogo comune dire che era bellissima, ma da inesperto sbarbatello di matrimoni, posso assicurarvi che la sua immagine, è stata un abbaglio per tutti: la sua espressione era un sole d'Africa, che nasceva all'alba di un amore con l'anello al dito, il suo vestito l' avvolgeva di luce, prorompente di eleganza classica, e stra bordante di giovane euforia, lo strascico candido si trascinava dietro i suoi piedi, insieme a tutti gli occhi dei presenti.

Nella mia ignoranza di fringuello ancora non alfabetizzato all'amore, reduce solo di qualche storia dal sapore acerbo, o notte dalle rosse passioni, o meglio ancora, costantemente ammaliato dal tocco dell'inesauribile FEDERICA, mi sentivo come un inetto tra i dotti, mentre intorno l'orchestra di singhiozzi e soffiate di naso era iniziato, a spezzare il rumore dei passi della sposa.
E' bastata un immagine per farmi tornare di nuovo in me: ho visto lo sposo e la sposa, le loro spalle e le loro sagome scure di fronte alla santità dell'altare, due giganti tra mille formiche, ho visto un padre trattenere a stento le lacrime, guardingo e geloso dei suoi tesori, fiero e felice di un figlio tremulo sull'altare, e della sua sposa, dolce e gentile, capace di rapirlo ad ogni sguardo.

Mi è bastato questo per farmi alzare gli occhi e prostrarmi davanti alla grandezza di divenire una cosa sola, tuffarsi l'uno dentro l'altra, continuando il cammino in una regione remota, lontana dalle ingiurie e dalle ingiustizie, dalle bugie e dai nascondini, vivendo solo dei frutti dei vostri sorrisi e delle vostre carezze.

A Serena, una conoscenza acerba che spero possa maturare, gentile, forte e dolce, ed ad un vecchio amico, Diego, che ricordo ancora con una capanna di capelli biondi ossigenati in testa, e ritrovo con l'abito elegante e gli occhi lucidi.

Felici ed innamorati....tutta la vita...

mercoledì 30 luglio 2008

CHIRURGIA GENERALE, letto 11


Questa è una storia, o meglio un esperienza, che senza dubbio alcuno, passerà tra le sabbie delle vostre menti, talmente veloce e sfuggente, che non lascerà traccia, se non partorendo un debole sorriso, o un sospiro annoiato.

Luci, luci, luci, come acqua negli occhi, sfilavano veloci davanti a me, il cigolio sinistro delle rotelle, si sposava perfettamente con il mio sobbalzare, mi sembrava di essere in uno stato di dormiveglia, una culla adagiata su un otto volante, correva veloce il siero del divin sollievo nelle vene, nei tessuti e nelle viscere, brindava, festeggiando ad una festa inibitoria, i miei sensi;
luci, sobbalzi, luci, carezze, luci, cigolii, luci, bisbigli....ombra e silenzio:
benvenuti nel reparto di chirurgia generale, stanza 11.....

L'aria era cambiata, un odore aspro e forte, varichina.., o forse antisettico.., no forse più sapone, un'essenza violenta al naso, le labbra mimavano parole, e le mani stringevano il lenzuolo... poi buio.

La luce di una timida alba, scivolava sui vetri, un sottofondo lieve, come di aria uscita da un compressore, cantava monotona, tutto era piatto, mentre aprivo le palpebre.
Davanti a me un anziano, sprofondato su una miriade di cuscini, curvo e nell'ombra, come un fanciullo nel suo nascondiglio in soffitta, potevo sentire il suo respiro affannoso e profondo, interrotto da colpi di tosse, simili a ruggiti, cori gravi, che venivano dalle viscere, grida folli, maledizione da tabacco.
Quella figura antica e quasi misteriosa, era FRANCESCO, grande compagno e maestro, il cicerone zoppicante ma forte, della mia permanenza non proprio di piacere, in un posto che mi aveva sempre conosciuto come visitatore, e mai come ospite.
Mentre andavo al suo cospetto, come un suddito al suo re, mi fissava attento, dal suo trono di lenzuola e sudore, buffo e muto: era pallido in viso, le sue rughe, ed i solchi sul suo volto, parlavano di antichi viaggi e lunghe rotte, quando il suo sguardo si ergeva all'orizzonte, abbracciando i mari di tutto il mondo.

Era buffo, con i suoi capelli di seta bianca, alti sulla testa, testimoni di conoscenza e stanchezza, non uno sguardo stanco e provato da anni di salsedine, pianti e risate, ma un espressione viva e sorprendentemente vorace di vita.
Ciò che era più scioccante, in un corpo adagiato e curvo sui suoi anni, erano i suoi occhi: ti fissava affamato e sveglio, ti gettava in quei scuri pozzi saturi di vita, dove trovavi ancora il bambino, la sua innocenza e la sua ingenuità, il riflesso delle loro acque scure, era la preghiera di chi ancora ha voglia di vivere, anche se con duri compromessi.
Vedevo Francesco e la sua dolce vecchia, tenera metà, dopo 65 anni di matrimonio, che ancora rimanevano a fissarsi negli occhi, ancora erano decisi a non perdere un attimo, un solo attimo, prima che la favola finisca, prima che il saggio libro delle loro storia, si chiuda con un tonfo;

mi ha sorpreso, quando, dopo averlo conosciuto, incatenato da tubi e mascherina, l'ho ritrovato il giorno dopo, seduto come un papa, mentre baciava i nipoti, ed anche se ancora non trovava la forza per le parole, i suoi occhi gridavano amore, un amore da fare male;

mi ha fatto sorridere Francesco, con le sue sfuriate da palcoscenico, le sue visioni da anestetico, e le sue scenate forti e violente, conseguenza di quelle ore, dentro una sala operatoria;

mi ha fatto piangere Francesco, nel cuore della notte, una notte che dentro quelle camere sembrava ancor più nera, con le sue grida rabbiose, il rumore delle sbarre agitate dai suoi pugni ancora forti, come un martire agonizzante, potevo sentire o lo sforzo spastico dei suoi muscoli ed il suo contorcersi tra le lenzuola, mentre tutt'intorno era silenzio.

Voi direte quale è il senso di questo scritto, se c'è un senso, mi chiederete quale altra strana patologia, abbia banchettato con le mie cellule, e invece no....
Non chiedetemi il senso, le sue parole, la sua infinita giovinezza e voglia di vivere mi hanno scioccato, hanno travolto le mie paranoie da ingenuo giovincello, hanno schiacciato le mie inutili insofferenze ed i miei acerbi malesseri, perchè di tanto in tanto, noi, gli astri nascenti di una società in decadenza, dobbiamo riscoprire quanto bello sia vivere.

Felice di essere stato 5 giorni in una camera di ospedale, chirurgia generale, letto 11.

Grazie mio caro direttore sala macchine.


giovedì 17 luglio 2008

VU' CUMPRA'?: scuola di vita


Mi chiamo Joan, sono senegalese, e vivo da un anno in un piccolo paese al confine tra Marche ed Abruzzo di nome Martinsicuro.
La mia professione è quella di vendere tappeti e all'occorrenza anche cd ai bagnanti, detto in italiano, sono un "Vu cumprà".....
Passo le mie giornate schiacciato tra il sole violento e la sabbia arroventata, mentre i 10 kg di tappeti addormentati sulla mia spalla, mi fanno compagnia, coi i loro colori sgargianti ed il loro odore, che mi ricorda la mia terra.
Anche se le mie gambe tremano e la mia pelle scotta, ho sempre un sorriso per tutti, mi piace toccare le persone, stringere la mano, e parlare con loro, non per forza di occhiali da sole o tappeti, ma di vita; mi piace guardarmi intorno, osservare ed apprendere da questo paese, tanto tanto avanti, e tanto tanto indietro.
Quando arrivano le nove di sera, dopo circa 12 ore di camminata, ci si ritrova tutti e si scherza, senza pensare alla giornata, la gambe non tremano più, l'aria è fresca ed i miei tappeti volano sulla sabbia, mentre un pallone ci rotola tra le gambe.
Quando arriva la sera, e ci raduniamo per i conti sulla giornata, mi piace tornare con la mente a un 2 anni fa, quando mi svegliavo con mia moglie accanto, mentre i nostri 2 bambini ci correvano intorno; ricordo il rumore dei sassi sotto i piedi la mattina quando uscivo per lavorare, ed il loro piacevole solletico, ricordo i visi dei miei figli, costantemente sporchi di polvere bianca, appassionati di pallone....come il papà; ricordo quella sera, in cui ho promesso a mia moglie, che sarei partito, e che ogni goccia del mio sudore, sarebbe stato pane da riportare alla mia famiglia.


Mi chiamo xxx, lavoro come vigile urbano, ed il mio mestiere, è quello di mantenere l'ordine della città.
Giro in pantofole a casa e quando non sono in servizio, mi dedico a lunghe passeggiate al mare, ma la mattina, quando indosso la mia divisa ed il mio beretto, non ce n è piu per nessuno.
Oltre che girovagare per ore con la bici, parlare del più e del meno con qualche anziano, e fermare di tanto in tanto il traffico, per far passare un passegino, mi piace rincorrere i neri, per le vie, mentre trascinano i loro sacchi, seminando ferraglia per le strade.
Mi guardano con quegli occhi cosi innocenti, e tremano sotto il mio sguardo, cercando un pò di compassione, che io non ho, ed a me piace.
L'altra mattina, mi sono sentito molto utile per la mia città, mentre gattonavo tra i lettini sotto il sole di mezzogiorno, inseguendo un nero sulla spiaggia: o fatto più di 2 km, balzando di chalet in chalet, con la divisa tutta bagnata di sudore, le scarpe piene di sabbia, ed una rabbia inspiegabile.
Dopo due ore e mezza di estenuante inseguimento, finalmente ho terminato il mio lavoro: nel sacco aveva 20 paia di occhiali da sole e 2 paia di scarpe:

TUTTO è BENE CIò CHE FINISCE BENE.

PS: "Amore, per i soldi dovrai aspettare un altro mese, arrangiati con le spese di casa, cerca di far mangiare i bambini...mi hanno beccato..."

PPS: "Amore, ricordi i cd che mi avevi chiesto? Te l ho appogiati vicino al tel..."


E mentre voi giocate a guardia e ladri con chi muore di fame, la città vi guarda ed esulta delle vostre sventure.....rifletteteci.

lunedì 30 giugno 2008

LA MIA AFRICA


La mia Africa, non è quella bagnata da acque limpide ed accecanti, non è quella delle danze intorno al fuoco e dei bonghi incalzanti, ne quella dell'innocenza fanciullesca che sorride all'obbiettivo, sono lontani i tramonti interminabili della savana, e l'assordante scroscio della pioggia sulla terra arida e polverosa.

Qui, in questo angolo di cemento, nella penombra mattutina della mia stanza, inizia il dramma giornaliero....
Il piacere di svegliarsi, in un lago di sudore, cosparso di bostik, che ti incolla il lenzuolo alla schiena, è una sensazione che non auguro a nessuno; seguire minuziosamente con il pensiero, la goccia che coraggiosa sta scendendo lungo la schiena poi, è qualcosa di fenomenale.
Appena ti rendi conto di essere ancora vivo, fai il primo dei pochi respiri che ti sono concessi lungo questa fresca giornata, scoprendo quel dolce sentore sprigionato da 3 corpi seminudi, martiri di una notte tropicale: quell'odore scivola sulle pareti delle narici, cercando subito lo stomaco.
Il modo migliore per rendere l'idea su questa inebriante ispirazione, potrebbe essere l'invito ad entrare in una rimessa di conigli, con il loro fetore contenuto, ma mai sfacciato come quello suino.
Mentre sei invischiato e schiavo, della poltiglia di afa che satura l'aria, ti siedi sul letto, rendendoti conto di avere un radura arida e polverosa al posto della lingua: asciugandoti invano la fronte, scorgi su comodino, l'oasi felice: l'acqua.
Boccheggiando allunghi la mano, e con un tuffo al cuore, ti immedesimi estasiato, in ogni particella che attraversa il tuo esofago, aspettando il gelo, che riporta vita, nel tuo corpo ormai disidratato; il tempo della prima sorsata, ed ecco di gran carriera la prima bestemmia in costume della giornata, scoprendo di aver appena degludito acqua sulfurea...
Barcollando, ti lanci nella doccia, ed una volta uscito, le fontanelle ascellari, ricominceranno a zampillare, dopo 9, 10 passi circa.
La mia Africa, mi accoglie con le sue strade che tremolano sotto il sole, i suoi rumori ed il suo caldo che ti stringe al collo, mentre lotto ad ogni movimento, nuotando nell'aria pesante e viscosa nella quale sono immerso.

In questo trionfo di sudore e fetori, faccio gli auguri a due colonne della mia fragile impalcatura caratteriale, due cicloni, capaci di trasformarsi all'occorrenza in gentili brezze estive, due tasselli perfetti, a completare il puzzle cornice della mia vita, 2 menti di universi lontani l'uno dall'altro, ma non inquinati da falsi curriculum, sempre più in voga.

AUGURI A DUE AMICI, AUGURI A DUE FRATELLI....

domenica 25 maggio 2008

OPENSUMMER08


ESTATE 05: 3 mesi segnati dalla consapevolezza, che quello sarà l'ultimo anno del magico chalet "Da concetta", il godersi ogni giornata baciata dal sole, senza pensare a quello che sarebbe stato l'anno seguente, incuranti che quel piccolo angolo di paradiso, quella tana sempre affollata, stava per chiudere i battenti, lasciandosi dietro sospiri che ancora oggi, riecheggiano tra le nostre parole.

ESTATE 06: come è classico dire in questi casi, "dalle stelle alle stalle": come assetati nel deserto, barcollavamo per le concessioni sambenedettesi, orfani e depressi, bussando ad ogni porta, sperando di ritrovare quel sano e infantile bordello, che ci aveva accompagnato per svariati anni.

Alle nostre suppliche, ha risposto un omaccione calvo e con il sorriso dipinto, che è riuscito a trasformare quella che doveva essere un'estate mediocre, in un'estate orrenda: PIERO.
Con la sua disponibilità quasi umiliante, ed i suoi modi da sottomesso servo romano, ci ha fatto ridere di gusto, i suoi prezzi spigolosi e salati sono stati come sassi nella scarpa, ma la cosa migliore, sono state, senza dubbio, le sue musiche intramontabili, melodie cosi innovative, da essere ballate e canticchiate, da anziane signore con le carte in mano, sound cosi cool, da cancellare ogni presenza umana (soprattutto la sera), nel giro di 1 km dallo chalet, mentre noi ci sentivamo schiavi di un ospizio a cielo aperto.

ESTATE 07: dopo un estate trascorsa nella gabbia del nostro dolce carceriere Pietro, una botola si è aperta sotto i nostri piedi, lasciandoci ancora la speranza di un estate da vivere: BLUMARINE.
Questa strana concessione, ci ha turbato, con le sue travi di legno sotto le suole, ed i suoi archi bianchi, quasi fossimo entrati in una bomboniera;
sceso l'utimo scalino, sembrava di essere entrati in "baywatch", persi nella bellezza di quei maschi virili e statuari, frastornati da fondoschiena regali e seni prorompenti, pelli cioccolatose e profumate, mischiate alla freschezza di una moretti sorseggiata all'imbrunire.
La sabbia, da calda diveniva bollente, nei pomeriggi di Agosto, quando partiva il mach nell'arena, e se per caso si intravedevano da lontano due pali fissati nell'acqua, era rigorosamente "Bandiera rossa" al Blumarine.

Cosi, il nostro insediamento continua, cosi come continueranno le birre, le palle forate, le urla, i cazziatoni e le scottature, Gaetano continuerà ad osservarci dell'alto, continuando ad annuire, continueranno le notti brave, le stelle guardate dal lettino, e quei brividi velati la sera, quando il vento spolvera la spiaggia, ci saranno nuove risa e nuovi rancori, nuovi brindisi e abbracci, tornerà a trovarci quella felicità, che ci accompagna le prime notti di Giugno, cosi come quella malinconia nelle ultime notti d'Agosto, ci saranno ancora notti per confidarsi, notti impestate dalla puzza di Alcool, e notti perse in una nuvola di fumo, ore di passione, stretto forte a lei, perso tra l'odore dei suoi capelli, ed il profumo di estate, la stessa estate che poi, finendo, te la porterà via.....

Spero follemente di banchettare in sconosciute, pericolose, nuove, sorprendenti emozioni, perche non voglio perdermi niente....

Buona estate a tutti quelli che prima di pensare, vivono.

giovedì 1 maggio 2008

CUPRA DA IMPAZZIRE


Mentre tutto intorno gira frenetico, e si sfoca tra la massa,
tu te ne stai li, isolata e placida, come un eremita dalla sua altura;
sei stata l'amante di piceni ed umbri, ed una madre di cultura,
con la tua testa che poggia tra le mura del paese alto,
ed i tuoi piedi che si bagnano nell'adriatico,
che timido si nasconde dietro i tuoi costumi di verde e di rosa,
a coprire una spiaggia nascosta, quasi fosse un paradiso dimenticato;

Fai male con i tuoi scorci mozzafiato mentre il sole ti abbandona,
con il castello di sant'Andrea che si innalza fiero,
mentre tutt'intorno, i tuoi capelli tinti di verde,
danzano sotto la musica di una leggera brezza estiva.

Quando viene sera, sfoggi le tue vesti più eleganti,
tra un arancio che sa di storia,
ed un bianco che sa di purezza,
una verginità, la tua, che si riscopre nel blu del tuo mare,
e nel chiarore dei tui scogli,
vecchi e saggi custodi di una spiaggia selvaggia.

Ti guardo dal basso, come il fanciullo guarda il vecchio,
e mi prostro davanti ad una dea,
cha ha mantenuto viva la voglia di non cambiare,
ma di rimanere cosi,
riservata e preziosa, da impazzire....
.....CUPRA DA IMPAZZIRE..

al mio amico Nicola Torquati


3 MAGGIO, Pineta belvedere ore 16:30
Lettura di testi poetici Salmastro

3 MAGGIO, Cortile museo archeologico del territorio ore 16:00 - 18:00
Laboratorio "I colori del mare"

3 MAGGIO Pineta bel vedere ore 18:00
Trio jazz


http://www.comune.cupra-marittima.ap.it/municipio/


giovedì 17 aprile 2008

NOTIZIE DAL MONDO



Sta correndo all'impazzata il datario sul comodino del direttore, nella sua gioviale dimora anconetana, un Aprile che vuole tornare subito in letargo, giorni che si fanno solo sfiorare, nn vivere, dalla mattina, quando la mano si muove sul comodino, facendosi spazio tra la ba giure ed i libri, nel cercare quella maledetta sveglia, alla sera, quando la stanza si tinge d'arancione, alla luce della lampada, fuori è silenzio, e per qualche secondo prima di coricarti, ti sembra di essere davvero solo, solo ma felice....
Le ultime settimane, sono state davvero pregne di news, la redazione è stata letteralmente bombardata, tanto che il silenzio di questi giorni su "Are you in?", è stato causato da un leggero collasso burocratico, che ha fatto ingolfare appena, questa continua macchina di informazioni.

Il sipario si apre con lo sport: lo sportland di Grottammare, apre le porte, ad una partita che sa di buono, di primaverile e perchè no, di comico, un incontro in cui si predica il calcio, non nella sua complessità, ma bensì nella sua essenziale semplicità.

Tra tutti i partecipanti, 2 sono risultati essere le sorprese della giornata:

NITRO, ormai soprannominato "il tronco", per le doti di torsione e stacco di cui è dotato: una prestazione esilarante la sua, distribuisce a suon di sponde, e finalizza, raccogliendo al volo una rabona del signor Immediato.
Il suo passo da gambero spesso, disorienta l'avversario che rimane inerme davanti a co tanta inventiva, e si prostra, scoprendo la porta al talentuoso albense: RISCOPERTO.

RANIERO: torna a galoppare su un campo verde dopo tanto tempo e qualche kilo in meno fa, ma quelle che sono le sue caratteristiche brillano sempre, anche se nel mezzo di una prestazione piatta.
Inizia caricandosi un vero e prorio frigo SMEG, sulle spalle, per poi passare Più tardi ad una lavatrice, ed infine ad un micro-onde.
Con il passare dei minuti, gli torna alla memoria come si pratica il giuoco del calcio, e lo dimostra con una cavalcata palla al piede, ed una stoccata da fuori area, con il portiere ipnotizzato, ed il pallone che si stampa sulla traversa, tra il boato crescente del pubblico, e dello stesso cronista. Il talento c'è, è solo appannato da qualche kilo: APPESANTITO.

Sono passate 2 settimane ma nn è facile buttarsi alle spalle quella sera: IL CAVALLO DI FUOCO, dopo anni di folklore allo stato puro, dopo decenni di festa paesana, e usanze passate da padre in figlio, sè stato ferito dalla virulenza e dal chiasso, tra le grida dei giovani ed i sorrisi dei più maturi.
Agli arresti domiciliari, è finito Maruzzo S. pessimo esempio di degrado e disagio giovanile, al suo fianco, ricoverato da una settimana in clinica psichiatrica, Marchei A., affetto da una rara forma di schizzofrenia maniacale.
Il destino a voluto che anche le forze oscure, infestassero Ripatransone: la mattina dopo la festa folkloristica, nelle campagne ripane, è stato trovato un esponente del gruppo satanico ormai noto come "Le bestie di satana", accasciato accanto ad un braciere, mentre intonava canti aramaici, tenendo in mano una foto di Berlusconi: sacro o profano?

Non posso di certo tralasciare Urbino, che ha aperto ancora una volta le porte al sottoscritto, che ingenuamente, ha accettato di trascorrere la nottata, tra le interminabili vie della piccola città universitaria, al fianco del solito Nitro. Risultato? Acido azotidrico allo stato puro.
Potete immaginare il fantastico risveglio, con il sottoscritto che poggiava la terza bottiglia d'acqua vuota all'una, e Nitro che vaneggiava e delirava avvolto nelle coperte, voglioso di Supradin.

Voglio concludere citando il Semonado e Silvia tornati in patria, scortati a casa dal sottoscritto, Laura ed il commendator Egidi, con tanto di sosta al ristorante e pseudo sbornia incorporata.
Questo concentrato di notizie, è cosi terminato, e tra una risata ed un sospiro, vi saluto e vi bacio caldamete sulla fronte....

PS: una notizia dell'ultim'ora; Middio Traini dopo il susseguirsi di sventure che lo hanno costretto a letto, è ricaduto dopo il sonoro 3 a 1 contro Alino.
Gli facciamo un forte in bocca al lupo, e come direbbe il suo pupone "Vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo..."






venerdì 28 marzo 2008

TVt-anto male


Tra le ombre e le luci, dell'interno 5, ormai la tana di menti tormentate da costanti e funeste tempeste umorali, fissando quella scatola quadrata, piuttosto ingombrante, che una volta si chiamava tv, e che una volta faceva tv, mi stavo seriamente chiedendo sino a che punto può arrivare la follia umana.

Ricordo con un sorriso sulle labbra, quando la mia mamma mi parlava del carosello: "Erano i 5 minuti, che tutti i bambini aspettavano con anzia, prima di coricarsi", diceva, e con lo sguardo riviveva quegli attimi, quando ancora la televisione era un ufo, caduto sulla terra, e la radio era la migliore amica di tanti lavoratori, nelle loro umili botteghe.
Poi timidamente, mentre i mesi passavano in bianco e nero, attaversando il loro periodo più oscuro, negli anni di piombo, i colori sono esplosi come coriandoli, su vecchi e giovani visi dell'epoca, stendendo il tappeto rosso ai primi programmi televisivi, con le loro riprese sfocate, e le loro leggendarie scenette, che ancora oggi di tanto in tanto, ci fanno sorridere.

Certo che allora, vedere una coscia o una caviglia, era paragonabile ad un film di Tinto Brass dei giorni nostri, poi non vi dico una scollatura millimetrica, che poteva essere considerata benissimo, come una svergognata pellicola della Moana dei tempi d'oro.

Al giorno d'oggi, districandosi tra palloncini di silicone e liposuzioni, l'altro estremo ha preso il sopravvento: immaginate come può crescere un bambino, dopo anni di ipnosi di fronte alle pioniere della prostituzione come la Yespica o la Fabiani, che agitano le loro forme mozzafiato,
anestetizzando i cinquantenni e deviando gli adolescenti.
Questo povero bambino d'oggi, arrapato come un caimano, schiavo di queste dee da televisione, che trova sfogo, solo sopra la tazza del bagno, come può crescere senza turbe sessuali?
Pensate la sua faccia, quando per la prima volta toglierà la cannottierina, alla sua innocente dolce metà: pensate al suo sguardo, quando riuscirà a scorgere quei 2 brufoli acerbi, quei seni ancora privi di quei cm che fanno una donna....
Allora tornerà a casa deluso, continuerà il suo hobby chiuso nel bagno sempre più spesso, battendo ogni giorno il chiodo più violentemente.

Poi un giorno..."ECCOLA....non importa che non sappia una parola di Italiano, o che rutti a tavola, ma che sia come loro.... ..bellissima...."

"Non è vitale sapere quanti letti ha attraversato o quali sono i suoi principi in una storia, ne se il suo interesse è proiettato alla cassaforte del mio cuore, o alla cassaforte, punto..... l'importante è che i suoi seni siano quelli della tanto amata showgirl del "processo di Biscardi" (centro di smistamento, donne dai facili costumi), e le sue labbra ad ogni sua parola mi facciano morire, senza interessarmi di ciò che dice."

Mio Dio quanto fanatismo in queste parole, quando disfattismo e critica, ma c'è solo da aspettare un altro pò di tempo se volete conferme.....

Non si può negare quanto frustrante poteva essere il perfetto opposto, quando per avere un abbraccio da una ragazza, dovevi prima passare la prova "Pranzo con i suoi", ed avere il loro avallamento, contare almeno 15 appuntamenti prima di darle la mano, ed un altro mesetto, per convincerla a salire in macchina......
Dopo quest' arduo e tortuoso percorso, quando la situazione ideale sembrava arrivata, era fondamentale non farsi tradire dall'istinto, muovendosi con cautela sulla sua maglietta, senza passare mai la soglia della permissività: in tal caso, schiaffo, figura di merda, 2 di picche, e l'unico bacio che avevi, era quello della mamma quando tornavi a casa...

Detto questo, dopo aver patito le pene dell'inferno, sapevi che la persone che stavi baciando sarebbe stata la tua lei, probabilmente per sempre.

Salviamo le nuove generazioni, salviamo i loro pistoncini idraulici, ormai schiavi dei vari "Uomini e donne" o "GF", diamo a questi giovani e vogliosi fringuelli la possibilità, per un prox futuro, di scegliere non solo con il glande, ma anche con la testa.

Iscrivetevi anche voi all' "ASSOCIAZIONE CONTRO LE DONNE DAI FACILI COSTUMI", prima di combatterle, è necessario purgarle....


La nostra fortuna, è stata quella di essere nati e cresciuti, con una televione ancora guardabile, ma in lento declino;
la sfortuna dei giovanissimi, è stata quella di nascere e crescere con una televisione, che ha terminato il suo declino......

Non ci credete????Accendetela e guardate!!!!!

sabato 15 marzo 2008

Senti che pioggia...


Fino a qualche settimana fa, le nostre giornate, si crogiolavano nel grigio e rigido inverno adriatico, un inverno lungo e statico, un ottimo motivo per riscoprire il rosso di un caminetto, o il piacere di camminare tutto il giorno, sulla soffice e calda moquette di casa, o rimanere nel letto ad occhi sbarrati, mentre fuori la pioggia, lava le strade e picchia sulle finestre, ricordandoci che questo "è il suo momento".
La pioggia, vecchia portavoce dell'inverno, a volte un sussulto, altre un uragano di suoni, tante volte irritante e imprevista, sfacciatamente viene giù, accompagnata dal vento, fedele compagno di viaggio.
E' sempre lei, che, soprattutto in questi mesi vestiti con sciarpa e guanti, ci fa conoscere meglio noi stessi, alla luce tenue di una tv, o dallo spiraglio di una persiana, mentre scrutiamo fuori, un inverno sempre troppo lungo;
Quante voltela pioggia, ha fatto da colonna sonora, a quei momenti di intimità, nella penombra di una camera, nel filo di luce che scivola sulle coperte aggrovigliare, dandoci la sensazione che il tempo si fosse fermato tra quei spasmi e quei teneri movimenti, ed il suo ticchettio sui cornicioni è un vero e proprio motivo per stringersi più forte.
Mi piace definire l'inverno, come "l'inventario" di ogni anno che trascorriamo, un resoconto di noi stessi, fatto nelle tante occasioni di solitudine che esso ci offre, prima di lasciare il passo allo stupore primaverile, ed al brio estivo.

Così, mentre il sole di Marzo, ha già iniziato le sue progressive apparizioni, il tepore di una tanto sospirata mattinata di sole, ci ha già catturato, iniziando a mettere via quei pomeriggi da pantofolai, schiavi dei nostri pensieri, e spalancando le porte alla stagione più "Free" dell'anno, in cui anche il cervello troppo spesso va in ferie....

Il sole di questi giorni, mi ha dato una carica tale da non voler più chiudere gli occhi, per vedere tutto ciò che mi è mancato in questi mesi...tra cui anche la PATENTE.....

Per chi ancora non sapesse la notizia, insieme alle rondini, al tepore ed alla luce che da troppo ci mancava, è tornata danzando come una foglia sotto il vento autunnale, la mia patente, più' rosea e nuova che mai....

Vi auguro di godere di ogni singola stagione, come ho fatto e faccio io, FORSE AIUTATO DAI 6 MESI DI PASSEGGIATE....

lunedì 18 febbraio 2008

SINGLE vs DOUBLE


E' una notte fredda quella del 14 Febbraio, la danza serale delle piante è iniziata,  ed il loro fruscio, sembra essere un orchestra sotto il soffio gelido del vento;
per le strade, c è ancora uno strano via vai di fari, mentre le luci dei ristoranti al lato della strada, sembrano illuminare ancor di più, i marciapiedi ormai deserti.

Nell'aria si libra qualcosa di diverso stasera, si festeggiano le dolci parole ed i baci appassionati, le carezze e le dita tra i capelli, si ricorda il primo appuntamento o il primo sguardo, questa sera è la festa degli innamorati, quei pochi che possono dire di esserlo;

Stasera le mani si sfioreranno, e gli occhi avranno fame di occhi, sotto la luce arancione di una candela, le labbra già impazienti, pronunceranno parole proibite, che sfoceranno in un caldo sorriso d'intesa.
Tutto che di più bello c'è stato in una coppia, si sfoglia stasera, lasciando fuori dalla porta, almeno per questa notte, le bugie, le incomprensioni, ed i tradimenti di giorni passati;
 i litigi, i pianti e l'insoddisfazione, stasera sono di un altro mondo, anche se solo per stasera.
Ed invece noi SINGLE, poveri cani randagi, ombre furtive, in questa notte così pregna di amore, giriamo per casa in pantofole, indifferenti e saggi, convinti di poter scegliere, ma ignari di essere scelti, e mentre SAN VALENTINO fa tintinnare i calici, gli stranieri di questa notte, i latitanti d'amore, si staranno stringendo nelle loro coperte, chiedendosi quanto tempo dovrà ancora passare, quante ragazze o ragazzi conoscere, e quante delusioni incassare, prima di innamorarsi davvero.
Nonostante qualche volta, la malinconia ci venga a fare visita, nei nostri letti freddi, o una notte di sesso, non serva per far passare quel senso di vuoto, noi "Libertini" per eccellenza, continuiamo a scrutare i volti fuggiaschi che ci scorrono davanti, le volte soffermandoci, le volte no, in ogni occasione più esigenti di prima, ma comunque speranzosi.

Tante belle cose a tutti gli innamorati, 
tanti auguri di imminenti chiarimenti ai finti innamorati, 
e spero vivamente a chi ricorda d' avere una dolce metà, solo in questo giorno, di mollarsi il prima possibile.
A tutti i lupi e le lupe solitarie non auguro niente, dato che sicuramente se la stanno spassando...

PS: Una persona, qualche tempo fa, ha detto che si sarebbe esposta, in un articolo del genere....sto aspettando


giovedì 7 febbraio 2008

RICORDO


Soli in una stanza, persi nel fluttuare dei pensieri accade a volte d imbattersi in un vuoto d’aria, una sensanzione irreale,un silenzio assordante ke si consuma in un battito d’ali, ci avvolge e scardina le nostre difese…
a quel punto il ricordo impetuoso arriva…
ci investe con tutta la sua forza sollevandoci da terra;
sbalzandoci con violenza;
che sia contro un muro di piume o più spesso contro un muro di cemento, idee speranze illusioni, cozzano,stridono nell’urto ,lacerano l’animo aprendo ferite, fortificandoti o magari avvilendoti.

Il ricordo può essere spietato, ti caccia, nn dà tregua,tu scappi ad occhi chiusi, corri e ti nascondi, svesti te stesso per sfuggirgli camuffandoti da sconosciuto per tutti, anche per te stesso,
ma lui ti bracca, conosce il tuo respiro e ti mette con le spalle al muro.

Il ricordo può essere amabile, leggero;
arriva come la brezza d’estate e lentamente ti avvolge, ti culla sussurrandoti all’orecchio parole rassicuranti, ti calma, ti accarezza, ti fa correre senza che ti stanchi.
Lentamente, senza fretta scorrono immagini di quello che è stato, si affacciano visi e luoghi,
incontri e scontri dal sapore dolce.

A volte un ricordo ha un sapore particolare, una dolce amarezza che si fa strada tra le pieghe della mente , prima lentamente,
poi sempre più velocemente si insinua con precisione chirurgica nei tuoi pensieri;
si impossessa di te;
ti fa nascere vivere e morire mille volte in un istante,
vivere per rivivere,
convincendoti ancora una volta che sarà l’ultima,
l’ultima rievocazione d uno sguardo che il tempo ha fermato in modo inaspettato,
l’ultimo brivido che corre ancora lungo la schiena, sottopelle, devastante, incurante d come t fa sentire, mentre i tuoi occhi guardano lontano, guardano quella mano che stringendoti troppo in fretta t ha bruciato,lasciando una fertita dolce,un tormento allegro mentre tutto svanisce ancora una volta lasciandoti solo.
solo con il tuo ricordo.

Giovanni Butterin

Scritto per tutte quelle persone che c toccano oltre il muro dove spesso amiamo nasconderci.

domenica 27 gennaio 2008



E' strano, come queste righe, si stanno materializzando, e strano come le dita siano fluide sulla tastiera, è strano il mio stato d'animo.
Questi pensieri  tramutati in lettere, non sono ne un dovere, ne una moneta di scambio, sono semplicemente tanti interruttori che si accendono di nuovo dopo 2 anni, ad illuminare una via che ormai sembrava chiusa e buia, un sentiero che evocava sorrisi, pacche sulle spalle ed un calore che non appartiene al mondo del lavoro, che il sottoscritto conosce.
Dopo 2 anni ho varcato ancora quella soglia, con la paura di non trovare più la stessa oasi felice, o magari con il timore di essere cambiato io.
Ho cercato, muovendomi tra i dubbi di chi è mancato per troppo tempo, di scrutare tra i tanti volti nuovi, di trovare una briciola di quello che avevo lasciato.
Ma il mio più grande punto interrogativo, il mio muro invalicabile, erano coloro che mi avevano stregato un anno prima, le persone che mi avevano accolto come il piccolo Alessio, e mi avevano accompagnato, davanti al bivio del mio futuro, facendomi sentire forse per la prima volta, GRANDE.
Queste stesse persone, nonostante la lontananza, nonostante 2 freddi inverni di indifferenza e distacco, hanno saputo leggere ancora dentro di me, non lo statico bisogno economico di uno studente, ma la voglia di riprendere ciò che era finito troppo presto, stroncato e portato via dal vento degli eventi.
Dopo 2 anni, tra quei corridoi, ho respirato ancora l'aria che tanto mi mancava, la frenesia del lavoro mattutino, lo sfottò tra colleghi, la piena complicità con un cliente, la sua fiducia verso il tuo lavoro, il complimento della tua caporeparto, tanto piccolo, eppure cosi grande, l'onore di poterti ubriacare con il tuo direttore, ed il suo calore amichevole nel cingerti le spalle.
Non importa quanti altri bivi incontrerò, quante e quali strade sceglierò di percorrere ne quanto tempo impiegherò per farlo, ma una cosa è certa: quel sentiero dietro di me, che per troppo tempo è rimasto nell'ombra, oscurato dagli eventi, d'ora in poi brillerà, di tutti i bei momenti che mi avete regalato.
Voglio ringraziare tutti i custodi del reparto montagna, attente sentinelle dei corridoi più prestigiosi del negozio (che nessuno me ne voglia), da MANILA, felice neo sposa,
 a MANUELE, il Carlos Santana dei poveri, 
CRISTIANA, sempre pronto a prostituirsi per qualsiasi reparto, 
MATTEO, per gli amici FISICO, 
LUCIANA, tanto dolce, sotto la sua fredda armatura, 
ANNA, la mia rigida ma amorevole mamma di reparto, 
ANDREA, con il suo radar capta gnocche sempre accesso,
ELIO, con la sua passione nel riordinare doposci,
e LUIGI, un amico di una sincerità, come pochi.
Nel suo privè, all'angolo del negozio, tra una freccietta ed una canna da pesca, spero possa arrivare il mio ringraziamento a ROCCO, che ho riscoperto nell'ultimo mese, 

un grazie speciale va alla reginetta dei camerini, ELENA, che ho scrutato per la prima volta negli occhi all'ultima cena, e in quel poco che mi ha concesso, ci ho visto una ragazza che potrebbe farmi perdere la testa....
tra una panca e un tapiroulan, abbraccio forte il signor GIANLUCA COLLOVINI, che ho lasciato come una persona onesta, ed ho ritrovato come una persona onestamente speciale;
nell'ombra del laboratorio, con il suo grembiulino nero e la sua faccia da schiaffi, mando un caloroso saluto a GIANFRY, narratore di aneddoti mattutini e grande maestro di vita;
una pacca sulla spalla all'inesauribile VITTORIO, un "GRANDE", al mitico ANTONINO, ed un abbraccio a DOME', una dispensa interminabile di bontà e calore fraterno;
Saluto DANIELE, degno avversario di ping pong, 
NASTASIA, gli occhi blu più dolci del mondo, e tutti quelli che lavorano in questa grande famiglia.
I miei ultimi ringraziamenti vanno al Signor Giuseppe Mascetti, che pezzo per pezzo, è riuscito ad unire l'efficienza professionale, ad un folle amore per il proprio lavoro, sfociando in un mare che si chiama Decathlon di SAN BENEDETTO DEL TRONTO.
Grazie, per avermi scrutato ogni volta e non guardato, grazie per esserti sforzato non di sentirmi, ma di ascoltarmi.
Non potevo far altro che tenerla per ultima, come la star dietro le quinte mentre il pubblico rumoreggia, la persona che dopo tanto tempo, mi ha ricordato che il lavoro fatto di orari, vincoli, sacrifici e tensioni, è solo un parola, la miccia che ha fatto riaccendere l'incendio, la chiave giusta, per smuovere i miei ingranaggi emotivi, una persona che ho lasciato venditrice e ritrovo con immenso piacere, caporeparto.
Grazie a Monica Macci, che nelle mie insicurezze, le mie trame mentali ed i miei limiti, mi ha fatto sentire come non mi sentivo da tanto tempo, accompagnandomi ancora fino alla soglia, sussurrandomi nell'orecchio, consigli e parole di cui farò tesoro.
A presto
                                           Alessio Piergallini



domenica 20 gennaio 2008

VIVIdiBIVI


Dopo giorni di silenzio forzato, i tasti tornano a battere sul nero fondo del blog, anche se con rammarico ho notato, che nonostante il mio annuncio, nessuno si è affatto avanti, per un possibile aiuto, nello sviluppo di "Are you in?".
Questi sono stati giorni duri, freddi e grigi per le strade della malinconica Ancona, ora più che mai addormentata nella sua nebbia, e nel suo inconfondibile silenzio religioso.
Proprio ora, mi sento distaccato, ma bene, magari alla luce di una lampada da scrivania o sotto il neon di un'aula, mentre tra una riga e l'altra, saltano fulminei, i pensieri di un anno, passato ancora troppo veloce, un anno che ha lasciato un segno indelebile, un anno che mi ha graffiato, ed ancora ne sento il dolore.
Avverto il bruciore di un lavoro che ha scavato dentro di me, più moralmente che professionalmente, una violenza tagliente e rapida, fatta di gesta, sguardi e sussurri, colpi che mi hanno buttato giù, nell'ombra del dubbio, nello sconforto di una scelta magari poco ponderata, chiuso nella morsa stretta da me stesso.
Sono stati giorni che hanno forgiato il mio orgoglio, giorni che mi hanno imposto di crescere, cha hanno fatto uscire l'Alessio peggiore, magari più insopportabile, ma sicuramente più vero di un sorriso avvelenato o di una promessa falsa.
E' stato un anno che ha cancellato altri nomi dalla lista degli amici, o ne ha lasciato un leggero segno tra le righe, un anno che mi ha tolto tante maschere e sfornato delusioni, un anno che mi ha trovato lavoratore, con i miei orari, la mia routine e le mie tempeste mentali, e mi ha lasciato studente universitario, naufrago di nuovo, nel mare dello studio, ancora operaio nell'impalcatura per il mio futuro, ma libero di disegnare il mio avvenire.
Eccomi nel 2008, pronto a rimettermi in gioco, circondato da nuove comparse, che fanno da sfondo a questa pellicola iniziata il 16 Ottobre, dove non esiste più la sicurezza del lavoro, ma solo un tempo ed un obiettivo, mentre le tasche risuonano vuote, nella corsa per arrivare.
Guardo con ammirazione chi alla mia età, ha già attraversato questo cunicolo che si dirama tra le distrazioni giovanili, e si apre in superficie, dove la luce è forte, e fa paura qualche volta.
Qualcuno di noi in questo anno dovrà fare delle scelte importantissime, magari per la vita, bivi che si ripresentano per l'ennesima volta, o bivi che incontreremo in un unica occasione, quelli che continueremo a guardare, voltandoci indietro, ma continuando ad avanzare.

Ringrazio tutti quelli che per pazzia o sincero interesse, hanno avuto il fegato di comprare il cd "Just one", e chi ha preso questo spazio non come un parcheggio di minchiate, ma come un modo per ritrovarsi ancora, come una volta, quando l'unico impegno erano i compiti per casa, e le parole non erano ponderate come lo sono ora.
Buon Anno a tutti
PS: E' con grande rammarico che sollevo il fidatissimo Marco Vicari dalla carica di redattore, dato il suo progressivo distacco da questo blog, sicuramente giustificato da altri impegni.