Ogni giorno, quando siamo in auto, e la radio parla monotona,
o quando siamo a tavola,
ed ogni boccone e più amaro da mandare giù , mentre le immagini passano folli sullo schermo,
O per la strada,
mentre ci guardiamo le scarpe e dinnanzi a noi, si parano tristi i titoli in bianco e nero,
freddi portavoce di una società patologicamente spacciata, l'abitudine ci sovrasta.
Fino a qualche anno fa, quando la cronaca nera era un tabù,
di tanto in tanto filtravano notizie di colpi di testa, squilibrati o seral killer,
lasciando tutti sbigottiti davanti a tanta follia.
Oggi i nostri occhi sono stati abituati a proiezioni tempestate di violenze e abusi,
e le nostre orecchie addestrate a pianti e grida di madri disperate....
Le nuove generazioni hanno imparato a convivere con l'atrocità di un delitto e la disperazione di una vendetta, ma cosa peggiore, hanno appreso dai media, spunti per finire su una pagina di giornale, un giornale su cui poi si verseranno lacrime amare.
L'informazione, e quella curiosa sensazione che si provava una volta, subito prima di aprire il quotidiano o accendere la tv, si è tramutato in un teatrino degli orrori, una tristissima rappresentazione dove il sipario non viene mai giù, dove ogni epidemia virale dei nostri tempi, ci è sbattuta in faccia con una tale violenza, da farci voltare dall'altra parte.
La follia umana non è più follia, ma quotidianità, non è più il triste destino di qualcuno, è solo quella insostenibile sensazione, che si propaga, sgomitando tra le menti umane, per arrivare alla foce degli intelletti più fragili e più vulnerabili, non è altro che una peste portata, dall'esasperazione di un'informazione esagerata.
Nonostante la nostra sensibilità sia forgiata da costanti scosse emotive, vedere un ragazzo di 22 anni, che improvvisamente si accascia a terra, fissando ad occhi sbarrati il compagno, inerme davanti a tanto dolore, un dolore che non dovrebbe appartenere alla sua età, ancora ci fa sospirare e scuotere la testa....
Un ragazzo come tutti noi, con le sue insicurezze, le sue burle, le battute e le serate, un giovane con la passione per il calcio, per il divertimento e magari per la birra ed i bei momenti tra amici, Antonio Puerta non era altro che un uomo, appena affacciatosi alla vita, ed il suo non era altro che un fragile cuore di un giovane padre, fermato dopo soli 22 anni.
Non voglio cadere nella monotonia o nei luoghi comuni, ma credo che noi, veri malati di calcio da una vita, è il minimo che possiamo fare, per quello che sarebbe potuto essere "Uno di noi", con la sola differenza di non aver potuto scegliere.....
Alessio Piergallini
….sono passate oramai le due di notte e non riesco a trovare sonno…
A questa sorta di insonnia forse contribuisce il video che da poco ho trovato scaricato qui sul pc…sarà sicuramente opera di mio fratello.
Il video si riferisce agli ultimi istanti di vita di Puerta il giocatore del Siviglia da poco scomparso.
Sono state spese mille parole su questo povero ragazzo, 22 anni , una carriera davanti
a sé da incorniciare.
Sono state spese mille parole su questo povero ragazzo, 22 anni , una carriera davanti
a sé da incorniciare.
Bello, ricco, famoso e con un talento calcistico che ha dovuto fare i conti con una disfunzione cardiaca, sottovalutata dai medici spagnoli, che nel giro di tre giorni l’hanno portato via dai suoi cari.
Ho rivisto delle immagini a seguito della sua morte che mi hanno colpito, tifosi di Siviglia e Betis da sempre divisi da un esasperato campanilismo, uniti, quasi fossero gemellati, urlare il nome di Antonio. Il dramma viene acutizzato dal fatto che la giovane moglie sta per donargli a breve un bambino. Se ripenso alla sua giovane età mi viene un magone fortissimo, e se ripenso alle visite mediche diciamo “leggere” che il calcio spagnolo effettua sui suoi professionisti be li subentra la rabbia. Prendetele come uno sfogo queste poche righe, ma vedere un ragazzo che muore per una leggerezza del genere e pensare a tutto ciò che circonda il mondo del calcio bé mi viene voglia domani sera di spegnere la tv e piuttosto che seguire la partita
fare un brindisi con gli amici di una vita, Antonio avrebbe preferito seguirla seduto accanto ai suoi amici magari con un ruolo da dirigente piuttosto che da lassù...
fare un brindisi con gli amici di una vita, Antonio avrebbe preferito seguirla seduto accanto ai suoi amici magari con un ruolo da dirigente piuttosto che da lassù...
Spero di non essere stato troppo banale… A stasera…
Il redattore Marco Vicari