lunedì 30 giugno 2008

LA MIA AFRICA


La mia Africa, non è quella bagnata da acque limpide ed accecanti, non è quella delle danze intorno al fuoco e dei bonghi incalzanti, ne quella dell'innocenza fanciullesca che sorride all'obbiettivo, sono lontani i tramonti interminabili della savana, e l'assordante scroscio della pioggia sulla terra arida e polverosa.

Qui, in questo angolo di cemento, nella penombra mattutina della mia stanza, inizia il dramma giornaliero....
Il piacere di svegliarsi, in un lago di sudore, cosparso di bostik, che ti incolla il lenzuolo alla schiena, è una sensazione che non auguro a nessuno; seguire minuziosamente con il pensiero, la goccia che coraggiosa sta scendendo lungo la schiena poi, è qualcosa di fenomenale.
Appena ti rendi conto di essere ancora vivo, fai il primo dei pochi respiri che ti sono concessi lungo questa fresca giornata, scoprendo quel dolce sentore sprigionato da 3 corpi seminudi, martiri di una notte tropicale: quell'odore scivola sulle pareti delle narici, cercando subito lo stomaco.
Il modo migliore per rendere l'idea su questa inebriante ispirazione, potrebbe essere l'invito ad entrare in una rimessa di conigli, con il loro fetore contenuto, ma mai sfacciato come quello suino.
Mentre sei invischiato e schiavo, della poltiglia di afa che satura l'aria, ti siedi sul letto, rendendoti conto di avere un radura arida e polverosa al posto della lingua: asciugandoti invano la fronte, scorgi su comodino, l'oasi felice: l'acqua.
Boccheggiando allunghi la mano, e con un tuffo al cuore, ti immedesimi estasiato, in ogni particella che attraversa il tuo esofago, aspettando il gelo, che riporta vita, nel tuo corpo ormai disidratato; il tempo della prima sorsata, ed ecco di gran carriera la prima bestemmia in costume della giornata, scoprendo di aver appena degludito acqua sulfurea...
Barcollando, ti lanci nella doccia, ed una volta uscito, le fontanelle ascellari, ricominceranno a zampillare, dopo 9, 10 passi circa.
La mia Africa, mi accoglie con le sue strade che tremolano sotto il sole, i suoi rumori ed il suo caldo che ti stringe al collo, mentre lotto ad ogni movimento, nuotando nell'aria pesante e viscosa nella quale sono immerso.

In questo trionfo di sudore e fetori, faccio gli auguri a due colonne della mia fragile impalcatura caratteriale, due cicloni, capaci di trasformarsi all'occorrenza in gentili brezze estive, due tasselli perfetti, a completare il puzzle cornice della mia vita, 2 menti di universi lontani l'uno dall'altro, ma non inquinati da falsi curriculum, sempre più in voga.

AUGURI A DUE AMICI, AUGURI A DUE FRATELLI....