domenica 11 novembre 2007

UN CALCIO AL CALCIO


E' facile, nel mezzo di questo torbido ed agitato fiume di tragedie e amare sorprese, cadere nei luoghi comuni, nella frasi fatte o nelle riflessioni di routine;

Ciò che risulta davvero arduo, di fronte ad uno stato messo in ginocchio da uno sport, è l'accettazione di restare a guardare scuotendo la testa, stringendo i pugni ed imprecando, aspettando la prossima tragedia, nella speranza che almeno questa, possa smuovere qualcosa.

Mentre il business calcistico va avanti, trascinandosi dietro il suo fagotto pieno d'oro, i ragazzi si prostrano ad un calcio malato, si lasciano contagiare da quel modo di pensare, di agire e di vivere quei 90 minuti, molto lontano da come farebbe un VERO ULTRA'.

Oggi basta indossare una felpa per essere un discepolo da stadio, basta una discreta conoscenza delle canzoni della curva, basta quel pizzico di coraggio in più, che ti da la forza di tirare un sasso per essere ultrà, basta saper insultare chi ogni mattina indossa la divisa blu, bacia la moglie ed il figlio, ed esce quotidianamente con la paura, di non poter fare più quella strada.
E' inaccettabile usare il calcio come deterrente ad una settimana di frustrazioni, ad una vita piatta, o insoddisfacente, come acqua, per colmare una sete di rivendicazione o come arma, per dimostrare a te stesso di valere piu di ciò che pensi di valere.

Cosi, in una domenica italiana come tante altre, mentre il battaglione calcistico si prepara ai campi verdi, non rimane altro che un giovane con il viso rigato dal sangue, un poliziotto con le mani tra i capelli, ed una grande platea di genitori, che stringono i pugni, mentre i figli allo stadio, stanno già avvertendo i sintomi di questa nuova malattia: IL CALCIO.

24 commenti:

Anonimo ha detto...

tonnellate di conati di vomito dopo l'ennesima news di un altro coetaneo deceduto x inseguire la possibilità di poter cantare e gioire x la propria scuadra...
anche se nn sono note tutte le peculiarità del caso, di chi e come possano essere le colpe insisto nel dire di nn andare + allo stadio!!!con dolore buon san Martino a tutti

Anonimo ha detto...

se ti fosse sfuggito qualcosa, quella di ieri non è stata violenza da stadio come continuano a ripeter i tg.
quella di ieri non è stato altro che una rappresaglia per quello che era succeso la mattina stessa.
non c'è nessun decreto amato/pisano che possa impedire queste cose, forse solo un pò più di educazione rispetto e cultura e soprattutto meno mughini....

Anonimo ha detto...

non capisco cosa vogliono i tifosi..quello che è successo in un autodrill non ha niente a che fare con lo stadio, i tifosi, il campionato di serie a, società e cellerini.. è un omicidio e come tale il poliziotto dovrà pagare e scontare.. ma tutto quel casino di sospendere le partite non ha proprio senso..che significa che se muore un ferroviere ucciso da un poliziotto bisogna fermare tutti i treni..
infatti ha detto bene il fratello della vittima.."tutti questi casini disastri non c entrano nulla con la morte di mio fratello".. ripeto che secondo me adesso dovra pagare il poliziotto e basta.. il calcio in questa vicenda non c entra proprio niente..
scusate il disturbo

Anonimo ha detto...

Che schifo!
Mi fanno schifo i politici pronti a darsi la colpa l'uno con l'altro per la morte di qualcuno, cose di una gravità inaudita, mentre non fanno niente per evitarne altre.
Mi fanno schifo gli ultras, pronti a mettere a ferro e fuoco qualsiasi cosa per combattere non so cosa.
Mi fanno schifo le istituzioni pronte a insabbiare e proteggere i colpevoli veri.
Mi fanno schifo i giornalisti, contenti di ciò che è successo poichè ora i loro spettacoli risulteranno interessanti e colmi di parole dette e stradette.
Mi faccio schifo io perchè non ho il coraggio di fermare questo schifo.

Anonimo ha detto...

Povera patria
(da "Come un cammello in una grondaia", 1991)

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.

Anonimo ha detto...

e incredibile quello che e' successo ieri che come un ragazzo possa moorire in quelle circostanze...
il problema come e' evidente( nonostante che lo propinano continuamente come problema di violenza soportiva) non e' risolvibile con nessuna misura di sicurezza e nessun decreto...
perche' ci troviamo davanti a un problema sociale e culturale molto piu ampio e cioe' quello della violena....
perche tanti givani( tra cui anche il polizziotto che spara ad altezza uomo)ricorrono all uso della violenza..
peprche oggi noi giovani conosciamo solo la violenza come mezzo di comunicazione????
abbiamo perso la capacita' di dialogare e confrontarci....attivita'tipiche umane perche mettono il gioco quello che ci distingue dagli animale cioe' la ragione e la logica...
la violenza e'la SCORCIATOIA,alla soluzione(? ) dei problemi...
infatti il polizziotto spara 2 colpi)ma non tiene conto delle conseguanze....
che societa'e quella in cui i giovani comunicano con la violenza e i polizziotti preferiscono usare il manganello??
invece di creare il cado mediatico sulla necessita' di sospende il campionato,e la solite strumentalizzazioni politiche forse e' il caso di domandarci perche' nascono cortei spontanei per andare ad assaltare un commissariato e non quando bisogna scendere in piazza per difendere il nostro futuro...?
perche non siamo piu capaci guardarCI nel fututo...
secondo me la violenza nasce da una profonda inquietudine,malessere e disagio e profonda frustrazione...dall' incapacita'di sapersi prioiettare nel futuro...ma perche questo???

quello che e' successo ieri e cioe un polizziotto che spara cosi' e la guerriglia urbana, non sono altro che lo specchio della sociata' in cui viviamo..
una societa che non e' capace di interpretare il suo futuro, che non e' capace o di guradare nel lungo periodo...che "SCEGLIE" senza selta di abbassare gli occhi...e chge ha paura di guardarsi avanti
quale societa' o comunita' e' capace di rinnovarsi in queste condizioni??
non e' l extracomunitario(ultimanente rumeno) che degrada l immagine del Bel(?)Paese..
siamo noi giovani che stiamo lasciando che altri scelgano,parlino,per noi...
il problema e' certo la violenza ..ma perche invece di discutere sulle conseguenze (discussione che in italia poi si traduce inutili cori di strumentelizzazioni politiche)non si discute mai sulle REALI cause....
potri continuare ma preferisco lasciare lo spazio ad una discussione piu ampia perche' e' proprio questo quello che manca.. la capacia' confrontarsi e di lasciare spazio allo "sontro" di|tra idee..

Anonimo ha detto...

Il poliziotto pensava stesse avvenendo una rapina, da un autogril all'altro non poteva riconoscere le sciarpette o le felpe indossata sotto il giubbino. Ma se la televisione all'ora di pranzo, cioè due ore prima dell'inizio delle partite, titola:"ULTRAS UCCISO DA UN POLIZIOTTO, PER SEDARE UNA RISSA FRA LAZIALI E JUVENTINI IN UN AUTOGRILL, CON UN COLPO DI PISTOLA" è normale che i tifosi si aspettino una presa di posizione dai vertici della federcalcio come si era presa quando a morire è stato un poliziotto. Invece quel demente di Abete si appresta a sentenziare:" Questo fatto di cronaca non ha niente a che vedere con il campionato, perchè dovremmo fermarlo?" Questa affermazione, detta subito dopo il titolo di prima, se permettete, fa incazzare qualcuno. Poi tutto quello che è successo in serata e nottata con gli agguati alle caserme non ha nessuna ragione di esistere, ma ricordatevi che spesso gli episodi sono strumentalizzati da quelle persone che hanno del rancore personale, che a volte non ha niente a che fare con quello che è successo, per potersi vendicare di qualcosa che hanno subito.
In conclusione voglio farvi riflettere sul fatto che il decreto Amato-Melandri non serve ad un cazzo perchè a far scoppiare i casini non sono e non saranno mai una bandiera o un vessillo colorato sventolati allo stadio. Un' ultima cosa tale decreto vieta anche le trasferte organizzate( per chi non lo sapesse la trasferta organizzata è quella con tutti i pulman degli ultras che partono insieme ed hanno la scorta della polizia che decide dove fermarsi, per quanto tempo ecc...) quindi se poi agli autogrill si incontrano macchine di cani sciolti che raggiungono gli stadi per i cazzi loro non potete lamentarvi che possano scoppiare dei casini.

Anonimo ha detto...

ma mi spiegate cosa c entra il fatto di ieri con il calcio? col fermare il campionato?mi spiegate cosa significa fare tutta quella guerra (degli ultra)contro nessuno? mi spiegate perche i tifosi volevano sospendere tutte le partite?non capisco...continuo a non capire.. è "semplicemente"un fatto di cronaca e non sportivo..il poliziotto adesso verrà processato come da legge.. e spero che gli sia dato il massimo della pena,ma non mi dite che tutto questo centri con la domenica sportiva.. che delusione..

Anonimo ha detto...

accusare di terrorismo gli ultras è soltanto una mossa che non significa niente e assolutamente ingiustificata in quanto ieri sera giuliano amato ha riferito dei fatti un parlamento quasi deserto.
(non interessa a nessuno). Invito tutti a fare questa considerazione: se si trattasse veramente di terrorismo, il parlamento (di un paese civile) avrebbe dovuto convocare una seduta straordinaria e invece...
da ciò si puo dedurre che le accuse di terrorismo sono a dir poco ridicole.

Anonimo ha detto...

A proposito di calcio violento ricordo ai numerosi fan del blog che questa sera al palasport Speca ci sarà l'attesissimo derby di calcio a 5 fra i padroni di casa della Virtus Samb guidati da bomber Nico contro contro la Sbt fc del dott. Zivago. NON MANCATE

Anonimo ha detto...

a che ora giocate zivà?e qual è il palasport?

Anonimo ha detto...

LO ''ZIO NICO'' KE MI PURGA IL PANZER ''ZIVI''!!!!!!!!!IMPERDIBILE!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

il brutto è che partiamo tutti e due dalla panchina solo che nico poi entra io invece devo sperare che abbattano quel rinoceronte del primo portiere. X Marco: alle nove al palazzetto di san benedetto del tronto, hai presente quello accanto allo stadio... proprio quello! :-)))

Anonimo ha detto...

Si rende noto a quanti interverranno alla partita di questa sera che il cavaliere Albertazzi ha spostato l'ore di inizio delle ostilità alle nove e tre quarti, ovvero alle 21e45. Non è dato sapere il perchè ma si ipotizza che questa decisione sia stata presa per attirare più pubblico possibile così il bomber Albertini si esalta

Anonimo ha detto...

il salsi consiglia a chi vuole godersi un po di romanticismo di recarsi al palarossini di ancona per vedere il concerto di biagio antonacci. con tutto rispetto per il calcio.... ma dopo domenica è ora di finirla.... w la mozza pelosa

Anonimo ha detto...

il concerto di biagio è stata una gran rottura di ...
una canzone, due canzoni, tre canzoni, poi ti rompi i coglioni!!!

Anonimo ha detto...

w cristicchi

Anonimo ha detto...

:::::UFFICIALE::::

VENDO MAGLIA NERA, TAGLIA M CON IL LOGO "Are you In?" bianco, usata poche volte e sempre lavata a mano, praticamente come nuova.
Vendo causa decadenza e abbandono del blog.
Prezzo 5 euro trattabili, accetto anche permuta con altra maglia di eguale valore.
Compreso nel prezzo regalo anche un portachiavi pubblicitario del comune di san benedetto del tronto "I LOVE SAN BENEDETTO by Nespolo" edizione limitata.
Grazie

Anonimo ha detto...

22 novembre 2007
Il quarto giovedì di novembre è il Thanksgiving Day, la Festa del Ringraziamento, probabilmente la celebrazione più tradizionale e sentita degli Stati Uniti.
Per ricercare le origini del Thanksgiving Day bisogna tornare indietro fino ai tempi dei Pilgrim Fathers. Nel 1620 una nave inglese, la Mayflower, con un centinaio di profughi religiosi a bordo, attraversò l'Atlantico per stabilirsi nel Nuovo Mondo. Si trattava di un gruppo di separatisti che aveva cominciato a mettere in discussione alcuni punti del credo della Chiesa Anglicana e voleva scindersi da essa. Queste persone, che la storia ricorda come Pilgrim Fathers (Padri Pellegrini), si stabilirono nei pressi dell'attuale stato del Massachussets, dove approdarono il 16 dicembre 1620. Il primo inverno fu piuttosto duro per loro: erano arrivati troppo tardi per coltivare molte colture, e senza del cibo fresco metà della colonia morì di fame o per malattie.
La leggenda narra che la primavera seguente i nativi del luogo, forse indiani Irochesi, insegnarono loro come cacciare, pescare, coltivare mais, cibo a loro sconosciuto, e tante altre colture adatte a quella terra ignota. Nell'autunno del 1621 i pellegrini ebbero generosi raccolti di mais, orzo, fagioli e zucche. Inoltre avevano imparato, sempre dagli indiani, come cucinare mirtilli e diversi tipi di verdure. A questo punto i coloni avevano molto per cui ringraziare, per cui organizzarono una festa e invitarono ad unirsi a loro gli indigeni, i quali portarono cervi da arrostire e tacchini. Negli anni seguenti questi primi coloni continuarono a celebrare il raccolto autunnale con una festa del ringraziamento.
La vera storia, però, è un po' diversa: gli indiani nativi erano già stati decimati dagli inglesi in una spedizione che ebbe luogo nel 1614, e solo un certo Squanto, indiano della tribù dei Pawtuxet, era sopravvissuto. Proprio Squanto era il responsabile di una coltura di mais di 20 acri, grazie alla quale i coloni poterono sfamarsi. Egli stesso, che a causa della schiavitù aveva imparato la lingua dei coloni, insegnò loro come coltivare mais, cacciare e pescare e li aiutò a negoziare la pace con la tribù Wampanoag, guidata dal capo Massasoit. Per celebrare la loro buona sorte, il capo dei coloni, William Bradford, organizzò una festa di tre giorni dopo il raccolto del 1621. Squanto e gli indiani non furono nemmeno inviatati, ad eccezione del capo Massasoit, ma fu lui, con grande disappunto dei coloni, che si presentò con un centinaio dei suoi. Non ci sono testimonianze che furono serviti tacchino, salsa di mirtilli e zucche o che furono recitate preghiere e i coloni non si riferirono mai a questa festa come al ringraziamento.
Raggiunta l'indipendenza americana, il congresso stabilì un giorno del ringraziamento da celebrare ogni anno. Fu George Washington, nel 1789, a suggerire la data del 26 novembre. Nel 1863, dopo la lunga e sanguinosa guerra civile, Abraham Lincoln chiese agli americani di riunirsi l'ultimo giovedì di novembre e ringraziare: per la prima volta la festa fu celebrata a livello nazionale.
Il Giorno del Ringraziamento è un momento di tradizione e condivisione in cui i membri di una famiglia, anche se vivono molto distanti, si riuniscono in casa di qualche vecchio parente per ringraziare tutti insieme per ciò che possiedono. In questo spirito di condivisione organizzazioni caritatevoli offrono un pasto tradizionale alle persone che ne hanno bisogno, in particolar modo ai senzatetto. Nella maggior parte delle case si mangia lo stesso cibo che, secondo la leggenda, mangiarono i primi coloni, e che è diventato il pasto tradizionale.
Tacchino, mais, patate, zucche e salsa di mirtilli sono diventati i simboli del primo ringraziamento, oggi riportati anche nelle decorazioni per la festa e sui biglietti d'auguri. Il mais, che rappresenta la sopravvivenza dei coloni, e la salsa di mirtilli, serviti nel primo ringraziamento, sono sulle tavole ancora oggi
Nel 1988 ebbe luogo una celebrazione molto particolare per la Festa del Ringraziamento presso la cattedrale di St. John The Divine (New York), dove durante la notte si radunarono più di quattrocento persone. Fra di loro c'erano nativi americani che rappresentavano le tribù di tutta la nazione e discendenti delle persone i cui antenati erano emigrati nel Nuovo Mondo. La cerimonia fu una pubblica ammissione del ruolo degli indiani nel primo ringraziamento, avvenuto 350 anni prima, senza l'aiuto dei quali i primi coloni non sarebbero potuti sopravvivere in quella terra sconosciuta.
Oggi il Giorno del Ringraziamento è una delle feste più allegre che animano l'America, con parate un po ovunque, in particolare a New York, dove la gente si riversa in massa a Manhattan per dare il via allo shopping natalizio. Il venerdi successivo al Thanhsgiving e’ chiamanto Venerdi Nero proprio perche i bilanci dei commercianti, dal rosso dei debiti ( passivo) passano al nero (attivo).

Anonimo ha detto...

sabry ti sei rincoglionita completamente....

Anonimo ha detto...

concordo con anonimo....Sabry ritorna in te...Il tuo carissimo amico domatore Geggio

Anonimo ha detto...

PROVO A DIFFONDERE QUEL POCO DI STORIA DEGLI STATI UNITI......

Anonimo ha detto...

oh sabry ma quale colla ti sniffi oltre oceano...eri in botta dura x scrivere quanti peli sul culo ha il tacchino che si mangia oggi in america...
se hai ancora reminiscenze di vita reale torna in te
siamo tutti disposti ad accoglierti con tutti i difetti che hai...
anche quelli politici
un abbraccio
patrizio

Anonimo ha detto...

voglioscender.ilcannocchiale.it